La Sartiglia è una corsa alla stella che si corre l’ultima domenica e martedì di carnevale ad Oristano, dove carnevale e Sartiglia sono praticamente sinonimi. È una delle più antiche manifestazioni equestri che ancora si svolgono in area Mediterranea e una fra le più spettacolari e coreografiche forme di Carnevale in Sardegna. Riecheggia riti di rigenerazione agraria.
Il termine Sartiglia deriva dal castigliano Sortija, a sua volta derivante dal latino sorticula, ossia anello, e trattiene in sé il diminutivo sors, fortuna. Le origini della giostra affondano negli antichi tornei cavallereschi militari, nella corsa all’anello che a Oristano si è tramandata nella variante della stella. Essa consiste nel tentativo dei cavalieri di centrare il bersaglio appeso a un nastro verde, sfidando la sorte.
L’introduzione in Europa dei giochi militari utilizzati per l’addestramento delle milizie è avvenuta probabilmente grazie ai Crociati intorno all’XI secolo, i quali a loro volta ne avevano appreso la pratica dai loro nemici Saraceni. La gara subì molte evoluzioni e fu conservata con alcune varianti. Col passare del tempo e con l’introduzione della polvere da sparo, la lancia cadde in disuso e le giostre equestri vennero usate solo come esercizio per le reclute della cavalleria. Nel corso del XV e XVI secolo le corse equestri persero la valenza militare e si trasformarono in veri e propri spettacoli pubblici. Anche la giostra oristanese rientra nell’ambito delle corse all’anello offerte al pubblico da sovrani, feudatari o corporazioni di mestiere in occasione di speciali festività.
Non si conoscono documenti di età medievale che riportino notizie sulla Sartiglia, tuttavia le visite dei giudici di Arborea presso i signorotti dei Comuni italiani del XIII e XIV secolo nonché i soggiorni nella penisola iberica, erano molto frequenti e ciò induce a pensare che i sovrani arborensi conoscessero i giochi di addestramento militare e che anche a Oristano i nobili si cimentassero nelle corse a cavallo con la spada e la lancia. Nel corso dei secoli la pratica della Sartiglia si mantenne viva dapprima come manifestazione delle classi nobiliari, poi borghesi coinvolgendo infine strati sociali prima esclusi, diventando in tal modo un’espressione di vita, di costumi e di cultura popolari.
Nei secoli di dominazione spagnola abbiamo testimonianze di giostre equestri nelle Città Regie di Oristano, Cagliari, Sassari e Iglesias, organizzate per celebrare importanti avvenimenti come l’ascesa al trono di un nuovo sovrano, matrimoni reali o importanti festività del calendario liturgico.
La più antica testimonianza della corsa oristanese si conserva in un registro di consiglieria datato 1547-48, rinvenuto dall’archivista paleografa Ilaria Urgu nell’Archivio Storico del Comune di Oristano. Nel documento si registra il pagamento effettuato dalla Città Regia a favore di Nicolao Pinna per la fornitura di un drappo di tessuto nero utilizzato in occasione di una Sortilla. La corsa venne organizzata in onore dell’Imperatore Carlo V, presumibilmente nel 1546.
Fonti documentarie successive fanno riferimento all’acquisto da parte dell’autorità cittadina di stocchi da utilizzarsi in occasione della corsa, ciò induce a pensare che in origine la Sartiglia fosse organizzata dall’istituzione municipale e solo successivamente venne affidata ai gremi, corporazioni di mestiere attive a Oristano dal Cinquecento, che ancora oggi si occupano di curare le fasi cerimoniali della manifestazione.
Sono numerosi i documenti sulla giostra risalenti all’XVII e XVIII secolo. Uno dei più significativi, in quanto riferisce per la prima volta la corsa all’anello nella variante della stella, è datato 1722. Si tratta di una cronaca dei festeggiamenti organizzati per celebrare le nozze di Carlo Emanuele di Savoia con la principessa Anna Cristina Luisa Palatina di Sulzbach, ai quali parteciparono numerosi figuranti e tutti i gremi della città di Oristano, che per qualche giorno divenne teatro di mascaradas e corse equestri. Questo tipo di rappresentazioni teatralizzate tipiche dell’Italia rinascimentale, infatti, godevano di una certa diffusione ed erano apprezzate anche nella Sardegna barocca. Il prezioso documento nomina tra i protagonisti di questo magnifico spettacolo i contadini, i quali si cimentarono nella corsa alla stella.
I documenti a oggi conosciuti, fanno supporre che nella seconda metà del settecento sia stata istituzionalizzata la Sartiglia di carnevale la cui organizzazione fu demandata ai gremi. A questo periodo si dovrebbe ascrivere la volontà di un canonico della cattedrale arborense di donare al Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista un fondo rustico i cui proventi avrebbero garantito le spese della manifestazione. Ancora oggi la tradizione ricorda su Cungiau de sa Sartiglia, il fondo la cui rendita avrebbe garantito le spese della corsa in perpetuo, pena la perdita dei diritti su quel terreno da parte del Gremio dei Contadini. Diversamente, il Gremio dei Falegnami di San Giuseppe, storicamente sosteneva le spese dell’organizzazione della corsa attraverso i fondi raccolti dalla questua effettuata dai soci e dagli apprendisti del gremio e dalle offerte fatte alla corporazione da famiglie nobili e benestanti della città.